Joyeuses Fêtes à toi aussi sous le ciel d'Italie, j'ai tiré cette carte en pensant à toi sur le site ochso.... a voir si cela te parle....

Bodhidharma e la sua Ricerca di un Discepolo
Ricorda solo una cosa: sii autentico, sii sincero con te stesso. Dichiara la tua verità, qualsiasi sia il prezzo da pagare. Perfino se devi rischiare la vita, rischiala, perché la verità è di gran lunga più preziosa di qualsiasi cosa. La verità è la vita autentica.
Mi sovviene di Bodhidharma, che introdusse lo Zen in Cina… L’imperatore si presentò alla frontiera per accoglierlo – e se si fosse trattato di qualcun altro, l’imperatore l'avrebbe subito decapitato, poiché Bodhidharma non rispettò affatto l'etichetta. L’imperatore aveva edificato centinaia di templi, fatto costruire migliaia di statue del Buddha. Mille studiosi lavoravano per tradurre le parole del Buddha dal pali in cinese, e diecimila monaci buddhisti erano mantenuti dal tesoro imperiale. Quell’uomo aveva fatto moltissimo per convertire la Cina al buddhismo; ovviamente pensava di ricevere un elogio, per cui disse: “Ho fatto tutte queste cose. Cosa pensi: otterrò la virtù, come ricompensa?”
Bodhidharma disse: “Virtù? Sei un idiota!” – e lo disse di fronte all’intero seguito dell’imperatore, che lo aveva accompagnato. Scese il silenzio, e lui proseguì: “Andrai dritto all’inferno!”.
L’imperatore non riusciva a capire. Disse: “Non capisco come mai sei così furibondo.”
Bodhidharma replicò: “Tu stai distruggendo la parola vivente, e stai nutrendo questi studiosi che non hanno nulla da contribuire alla consapevolezza della gente. Eppure, hai ancora il coraggio di chiedere se stai facendo qualcosa di altamente virtuoso? Soffrirai tra le fiamme dell’inferno!” L’imperatore si chiese come uscire dalla trappola che quell’uomo gli stava tendendo: “Sono entrato nella tana di un leone, e ora è pressoché impossibile uscirne…” Se ne tornò nella capitale, mentre Bodhidharma rimase sulle colline, al di là del confine con la Cina. Rimase seduto in un tempio, rivolto verso il muro per nove anni, poiché concluse: “Parlare a persone che non capiscono è come parlare a un muro. Ma, perlomeno, parlare a un muro è consolante, poiché sai che è un muro. Mi volterò solo quando riconoscerò che è arrivata una persona degna di ascoltare la parola vivente”.
Nove anni sono lunghi – ma alla fine, un mattino arrivò un uomo che disse: “Ascolta, penso di essere la persona che stavi aspettando”. E, per darne una prova, si tagliò una mano con la spada e la gettò in grembo a Bodhidharma, dicendo: “Voltati verso di me; altrimenti mi taglierò la testa e tu ne sarai responsabile!”
Bodhidharma si voltò immediatamente, dicendo: “Questo basta. Questa è una prova sufficiente a dimostrare che sei folle come voglio che tu sia! Siediti, non occorre che ti tagli la testa – dobbiamo usarla… tu sarai il mio successore”.
Un uomo che si taglia una mano solo per dar prova dell’autenticità della sua ricerca… e di certo Bodhidharma pensò che, se non si fosse voltato, quell’uomo si sarebbe veramente tagliato la testa. Inutilmente, si sarebbe gravato della responsabilità di aver ucciso un uomo, e un uomo così genuino, così coraggioso. Di certo quell’uomo poteva essere il suo successore.
Nessuno sa cosa accadde tra questi due esseri. Non una sola parola – Bodhidharma si voltò semplicemente verso di lui, gli disse di sedersi e di guardarlo negli occhi… fuori cadeva la neve e tutt’intorno vi era un silenzio infinito. Non una sola domanda fu fatta, e non una risposta fu data. Ma qualcosa dev’essere fluito, altrimenti Bodhidharma non lo avrebbe scelto come suo discepolo.












